L’ossido nitrico endogeno (monossido di azoto) è una molecola prodotta dalle cellule dell’endotelio vascolare a partire dall’azoto della L-arginina e dall’ossigeno molecolare. Nel neonato la sua azione determina il rilassamento delle cellule muscolari lisce producendo di conseguenza una vasodilatazione capace di ridurre le resistenze vascolari polmonari fetali dopo la nascita.
In passato, per ottenere un effetto vasodilatante polmonare nei casi di ipertensione polmonare persistente (PPHN, Persistent Pulmonary Hypertension of the Newborn) e ipossiemia secondaria a shunt dx-sx attraverso il dotto arterioso e il forame ovale, sono stati utilizzati farmaci per via endovenosa come la tolazolina, la prostaciclina e il solfato di magnesio. Questi farmaci, tuttavia, essendo privi di selettività d’azione determinavano anche vasodilatazione sistemica, grave ipotensione e un generale peggioramento dello shunt dx-sx, per cui il loro utilizzo si è ridotto progressivamente nel tempo.
Grazie alla selettività di azione del farmaco, oggi l’uso di ossido nitrico per via inalatoria (iNO) consente una vasodilatazione polmonare ed un generale miglioramento dell’ossigenazione senza registrare alcuna interferenza sull’emodinamica sistemica. Questo consente un suo uso efficace nel trattamento di ipertensione polmonare persistente in neonati con almeno 34 settimane di età gestazionale, mentre nella popolazione con età inferiore, l’efficacia è ancora controversa. Il suo utilizzo off-label, comunque, come terapia di salvataggio nella pratica clinica è in continuo aumento.
L’ossido nitrico viene normalmente somministrato attraverso il tubo endo-tracheale durante la ventilazione meccanica di tipo invasivo ma recentemente viene considerata sempre più l’opzione di utilizzarlo anche in neonati in ventilazione non invasiva (iNO-NIV) come alternativa in casi selezionati di ipertensione polmonare persistente con ipossiemia, senza ipercapnia e in pazienti emodinamicamente stabili. Questi pazienti potrebbero sfuggire all’intubazione, alla ventilazione meccanica, all’erogazione di alte concentrazioni di ossigeno e a sedazione farmacologica.
Uno studio del 2022 condotto in Spagna in un periodo di 4 anni riporta l’utilizzo di iNO durante il supporto ventilatorio non invasivo (n-BPAP e n-CPAP) su 8 pazienti con età gestazionale compresa tra 25 e 41 settimane e un peso alla nascita compreso tra 900 e 3700 g. e prova a far luce sulle potenzialità di questa metodica.
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https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S234128792200014X?via%3Dihub