Se per un individuo adulto il sonno è un fattore cruciale per il benessere psicologico e fisiologico, per i neonati prematuri ospitati nelle unità di terapia intensiva neonatale (TIN) rappresenta un elemento di criticità a causa di molteplici fattori come ad esempio gli stimoli ambientali, la frequenza dei contatti e l’intensità delle cure medico-infermieristiche. È infatti ormai noto che i neonati pretermine durante la loro degenza sono spesso esposti a numerosi eventi (mediamente da 5 a 15 procedure cliniche dolorose) capaci di determinare forte stress, dolore e instabilità cardiaca e respiratoria. Lo stress, le frequenti interruzioni e i rumori sono stati associati a effetti potenzialmente duraturi sull’organizzazione cerebrale dei neonati e sulla risposta neuroendocrina e, nei neonati pretermine esposti a livelli di stress elevato, a cambiamenti epigenetici e a disturbi del sonno.
Gli schemi del sonno neonatale sono molto diversi rispetto a quelli dell’adulto. Nei neonati il sonno avviene in fasi distinte: sonno attivo, sonno tranquillo e sonno indeterminato. Nella fase di sonno attivo, che è la fase principale, c’è un rapido movimento degli occhi come nei bambini più grandi e negli adulti, un respiro irregolare, movimenti motori sporadici e pattern elettroencefalografico continuo. Nella fase di sonno tranquillo, c’è un movimento oculare non rapido, schemi respiratori regolari, assenza di movimenti motori e un pattern elettroencefalografico discontinuo. Infine, nella fase indeterminata, le caratteristiche non possono essere chiaramente classificate né come sonno attivo, né tranquillo.
Il modello di sonno organizzato in 3 fasi distinte consente nel neonato un normale sviluppo neurologico, il mantenimento della plasticità cerebrale e, in particolare, la capacità del cervello di riorganizzare i suoi percorsi neurali di fronte agli stimoli ambientali.
La conoscenza delle basi biologiche che regolano e caratterizzano il sonno in epoca neonatale è di fondamentale importanza nell’approccio medico-infermieristico al neonato specie se pretermine. Ecco perché i professionisti devono essere consapevoli delle fasi del sonno e dei suoi benefici. Allo stesso tempo deve conoscere i fattori di disturbo generati dall’ambiente esterno e gli strumenti per favorire l’induzione e il mantenimento del sonno.
In questa interessante revisione della letteratura, condotta da un gruppo di ricerca portoghese nel 2022, vengono identificarti i principali interventi infermieristici utili a garantire la migliore qualità del sonno nei neonati pretermine ospitati in terapia intensiva neonatale. Si tratta di interventi che coinvolgono l’organizzazione del lavoro di tutta l’equipe e che non possono prescindere dalla pianificazione degli interventi assistenziali, dall’adozione di pratiche che limitano al massimo l’impatto stressogeno delle cure e dal coinvolgimento genitoriale.
I risultati di questa revisione dimostrano che la pratica infermieristica ha un effetto predominante per favorire una buona qualità del sonno e, di conseguenza, sullo sviluppo fisiologico del neonato pretermine in TIN.
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