Dalla Carta dei Diritti del bambino nato prematuro: “Il neonato prematuro ha diritto al contatto immediato e continuo con la propria famiglia, dalla quale deve essere accudito. I genitori devono poter stare vicini al loro bambino e prendersene cura, fin dalle prime ore del ricovero in TIN” e ancora “La TIN aperta H24 favorisce il contatto e la funzione genitoriale e l’allattamento con latte materno”.
I primi mille giorni di vita di un neonato rappresentano una fase fondamentale per il suo sviluppo neuro evolutivo ed è largamente condizionato dalle esperienze vissute e dall’ambiente che lo accoglie. Nelle TIN, in particolare, i neonati sono costantemente esposti a molteplici fattori di stress, come ad esempio le frequenti manipolazioni, l’esposizione a luci e rumori eccessivi e l’esperienza del dolore che nell’insieme conducono facilmente ad una alterazione del ciclo sonno-veglia. In aggiunta, i tempi di degenza spesso molto lunghi, comportano non solo una prolungata separazione dai genitori ma anche alla privazione del contatto fisico con essi. Questo elemento gioca un ruolo ancora più importante se riferito ad una nascita prematura nel quale la separazione precoce può avere gravi conseguenze sia a breve che a lungo termine. Alla luce di queste conoscenze e nonostante le raccomandazioni delle più autorevoli società scientifiche di area perinatale, la situazione sulle TIN aperte rimane ancora parzialmente irrisolta in molti centri neonatali del Paese.
Da qui l’urgenza di realizzare programmi assistenziali che prevedano una drastica riduzione dei fattori di stress legati all’ambiente, il controllo del dolore procedurale, e molto importante, l’ingresso libero e il coinvolgimento precoce dei genitori nel prendersi cura del loro bambino: intervento che alcuni autori definiscono “a basso costo e ad alta qualità” per il benessere del neonato e dei loro genitori. La presenza dei genitori in TIN consente infatti la Kangaroo Care (KC), riduce le esperienze negative da dolore procedurale e si associa a una riduzione marcata delle problematiche emotivo-comportamentali nei primi anni di vita.
Una recente survey condotta dal Gruppo di Studio della Care della SIN, attraverso un questionario inviato a 106 TIN italiane, pone l’accento sull’apertura delle TIN h24 come uno dei requisiti essenziali per definire un modello assistenziale moderno. Lo studio ha evidenziato come sul nostro territorio vi sia una situazione ancora molto diseguale già a partire dalle differenze geografiche: a nord le TIN aperte h24 sono l’84%, nel centro il 58%, nel sud e isole il 25%. Dai dati emersi si evidenzia inoltre che tra le 86 TIN che hanno risposto al questionario, solo il 61% consente l’accesso h24 ai genitori; questo dato si potrebbe anche considerare incoraggiante, viste le basse percentuali registrate nel 2001 e 2006, rispettivamente il 35% e 32%, ma sicuramente non rappresenta la situazione ideale. L’attenzione deve essere posta sul restante 39% di TIN che riporta limitazioni orarie per i genitori che nel 73% dei casi possono arrivare ad accessi di sole 4 ore al giorno! Un altro aspetto preso in esame nella survey è relativo alla pratica della Kangaroo Care, che è difficilmente realizzabile in una TIN con forti limitazioni d’accesso da parte del genitore e in assenza di politiche di accoglienza e coinvolgimento precoce da parte degli operatori. Emerge infatti come questa pratica sia molto spesso poco considerata e non connotata come un intervento di cura tanto che in molti centri non esiste un protocollo definito e non vi è formazione specifica per gli operatori. In diverse realtà la KC è considerata un intervento estemporaneo e occasionale, rivolto solo su neonati perfettamente stabili che “vengono dati in braccio al genitore”. Da qui nasce l’esigenza di realizzare e adottare modelli organizzativi e assistenziali che favoriscano il migliore sviluppo neuroevolutivo del neonato e alla cui base preveda, come primo requisito, un piano di formazione continua per gli operatori.
Alla luce di queste considerazioni, a chi giova una TIN chiusa? Non si tratta di un mero concetto architettonico. “Aprire” ai genitori ha un senso più profondo e intimo della cura perché implica una visione olistica dell’essere umano, una rivoluzione nei modelli di pensiero degli operatori e un nuovo modo di erogare assistenza in neonatologia. Probabilmente, come più volte sottolineato dal presidente SIN INF Denis Pisano “…è plausibile che la vera rivoluzione si definirà̀ con il passaggio da un modello di infermiere che lavora in una neonatologia a quello di infermiere che si occupa di neonatologia”. Noi stiamo lavorando perché ciò si realizzi in tempi brevi su tutta la rete delle neonatologie da nord a sud dell’Italia.
Giovanna Cuomo (Modena) – Coordinatrice Infer. TIN
Natascia Bertoncelli (Modena) Fisioterapista, NIDCAP Trainer
Bibliografia
- Carta dei Diritti del bambino nato prematuro – dicembre 2010
- Standard Assistenziali Europei per la salute del neonato – Brandmaker Editore, 2021
- Charpak N, Tessier R, et al. A. Kangaroo mother care had a protective effect on the volume of brain structures in young adults born preterm. Acta Paediatr. 2022 May;111(5):1004-1014. doi: 10.1111/apa.16265. Epub 2022 Feb 1. PMID: 35067976.
- Artese C, Ferrari F, Perugi S, Cavicchioli P, Paterlini G, Mosca F, Developmental Care Study Group of Italian Society and Neonatology (2021) Surveying family access: kangaroo mother care and breastfeeding policies across NICUs in Italy. Ital J Pediatr; Dec 2;47(1):231.